Mostra temporanea comunale 'Morazzone nei secoli'

Mostra temporanea comunale 'Morazzone nei secoli'

In una sala al piano terra della sede municipale di Via Mameli 16 è allestita una mostra intitolata “Morazzone nei secoli”, avente come obiettivo la valorizzazione e la promozione dei beni culturali rinvenuti all’interno del nostro territorio.

Inaugurata l’8 dicembre del 2013, l’esposizione raccoglie le principali testimonianze storico-archeologiche locali (ad eccezione del materiale epigrafico di epoca romana, custodito nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio) e si articola in un percorso circolare con ingresso ed uscita distinti in modo tale che sia consentita la comoda fruizione da parte del visitatore.
I reperti archeologici, posti all’interno di tre vetrine, raccontano le più remote origini del paese a partire dall’ascia preistorica del Neolitico (fine V – inizio III millennio a.C.) per poi soffermarsi sui corredi delle tombe romane (databili fra il I e il II secolo d.C.) rinvenute presso la collina della Maddalena durante le campagne di scavi del biennio 1992/1993. 
Le sepolture, oltre al materiale romano, hanno restituito vari frammenti attribuibili alle epoche successive, dal tardoantico e il medioevo (ceramica, pietra ollare, vetro) fino al periodo rinascimentale, al quale appartengono resti di ceramica invetriata, ceramica graffita padana e alcuni oggetti di ambito edilizio come tegole, mattoni e cocciopesto.
La terza vetrina, collocata al centro della sala e disposta in orizzontale, contiene uno scheletro in buone condizioni venuto alla luce durante un nuovo scavo alla Maddalena nel 2007 e, in base agli studi effettuati dal Dipartimento di Medicina dell’Università degli Studi di Varese, doveva trattarsi di una donna di razza caucasica, alta 149-155 cm e di un’età compresa fra i 27 e i 50 anni.
Ad accompagnare la rassegna vi sono inoltre otto pannelli esplicativi che permettono al visitatore di approfondire le tematiche finora incontrate: il territorio della provincia di Varese tra Romanizzazione e Alto Medioevo, la collina della Maddalena e gli scavi eseguiti in loco, i riti funerari di epoca romana (cremazione e inumazione) e le tecniche di lavorazione dei materiali più comuni quali pietra, metalli, ceramica e vetro.
L’allestimento comprende infine una collezione di beni storico-militari studiati e catalogati da Antonio Trotti, Conservatore al Museo della Guerra Bianca in Adamello.
Fra questi oggetti, databili fra il 1822 e il 1943, si possono annoverare “armi antiche” come i fucili ad avancarica con sistema di accensione a percussione con piastra a luminello e le baionette-spiedo a manicotto ma non mancano proiettili, dardi, elmetti, cartucce, bossoli, maschere antigas e persino un tamburo con una coppia di bacchette.
Tali “cimeli” da un lato tengono vivo il ricordo della nota impresa garibaldina (la Battaglia di Morazzone avvenuta il 26 agosto del 1848 contro gli austriaci) e dall’altro rimandano ai tempi bui delle Guerre Mondiali, svolgendo in questo senso un prezioso monito per le future generazioni affinché imparino dagli errori del passato non commettendone ulteriori in futuro.